Sicilia, 1838. L’isola è infestata da briganti, banditi. Ma anche da avidi baroni, e carbonari eversivi. Giuseppe Manzo, napoletano, commissario di Polizia, viene trasferito a Trapani, ai confini del Regno delle due Sicilie, per metterlo al riparo dalla vendetta della camorra. Qui incontrerà il Procuratore della Gran Corte Criminale Pietro Calà Ulloa che individuerà un nuovo e pericoloso fenomeno criminale: la mafia. A Trapani, interamente cinta da mura, luogo di transito per i condannati alle “terribili fosse” delle isole di Favignana e Marettimo, il commissario Manzo dovrà dipanare un appassionante intrigo all’ombra delle fatiscenti carceri borboniche governate dal malaffare di custodi infedeli.